Legge provinciale sull’edilizia sociale: il no dei sindacati e del Centro Casa Mieterschutz
I sindacati provinciali e il Centro Casa Mieterschutz sono delusi da quanto emerso dalla quarta commissione legislativa sulla riforma dell’edilizia sociale: non sono state recepite in nessun modo le proposte sindacali e del gruppo di lavoro Ipl.
“Siamo convinti che i contratti di affitto a termine nella formula 4+4 e non accompagnati da misure di promozione lavorativa e sociale degli assegnatari degli alloggi, snaturino lo scopo dell’Ipes. Applicare logiche di mercato agli alloggi sociali non risponde alle finalità per cui sono stati concepiti. Inoltre la legge non entra nel merito di cosa potrà accadere agli inquilini Ipes al termine del contratto, né si potrà affidare tale delicata decisione ai criteri stabiliti da un regolamento approvato unilateralmente dalla Giunta provinciale”, affermano i sindacati insieme al Centro Casa Mieterschutz.
Cgil/Agb, SgbCisl, Uil-Sgk e Centro Casa Mieterschutz non hanno ravvisato aperture neppure sulla successione del contratto di affitto al familiare convivente qualora ne ricorrano le condizioni.
Fanno inoltre presente che la modalità di accesso a un alloggio sociale ha già subito delle modifiche peggiorative: la nuova modalità sta infatti penalizzando chi ha un reddito da lavoro dipendente, sebbene basso, rispetto ai richiedenti che vivono di soli contributi pubblici. In più occasioni sia i sindacati che il Centro casa Mieterschutz hanno chiesto inascoltati all’assessora Waltraud Deeg di apportare dei correttivi alla valutazione della situazione economica di chi presenta domanda per un alloggio sociale, in particolare assegnando punteggi aggiuntivi a coloro che, pur con un reddito basso, si mantengono con il proprio lavoro.
L’ipotesi di reintrodurre la proporzionale rigida per l’assegnazione di abitazioni sociali viene respinta con forza e valutata come “obsoleta, e anacronistica.”
“Potrebbe essere positivo – aggiungono – che i sindacati partecipino al Cda di Ipes, ma non deve essere solo un’operazione di facciata per coprire come si è delineato l’intero impianto della legge sull’edilizia sociale, privo di ogni prospettiva programmatica e di reale volontà di riformare in meglio il settore. Rimane quindi la delusione per una legge nata male e dalla quale non ci aspettiamo i risultati auspicati.”
I sindacati insieme al Centro Casa Mieterschutz concludono ribadendo la necessità di una soluzione d’insieme delle problematiche abitative di questa provincia: “Abbiamo bisogno di norme che regolino non solo l’edilizia sociale, ma di una riforma che sul tema abitare ponga innanzitutto degli obiettivi programmatici pluriennali di soddisfazione del bisogno, da raccordare dentro la cornice della legge provinciale sull’urbanistica per poi concludersi con una riforma del ruolo e delle competenze dell’Ipes”.