Assegno unico: preoccupazione Cgil/Agb e Caaf
Assegni provinciali ed ex regionali sono reddito ai fini Isee
La Cgil/Agb e il Caaf sono preoccupati dal fatto che gli assegni provinciali ed ex regionali vengano considerati reddito nella dichiarazione Isee. La conferenza Stato Regioni aveva dato parere favorevole al non inserimento di queste somme, come richiesto dalle parlamentari altoatesine e trentine, ma la legge sull’assegno unico non ne ha tenuto conto.
Per la segretaria della Cgil, Cristina Masera, e il direttore del Caaf, Marco Pirolo, l’assegno unico è un cambiamento importante e positivo, ma rimangono da individuare e tutelare situazioni particolari. Le parti sociali avevano infatti chiesto di adottare strumenti di compensazione qualora il beneficio dell’assegno unico risultasse inferiore a quelli complessivi fruiti prima. Il testo approvato dal Parlamento non ha però mantenuto la clausola di salvaguardia integrale, se non per il primo anno con poi riduzione nel triennio fino alla completa estinzione.
Tra i casi concreti di svantaggio rispetto al precedente regime, Masera e Pirolo citano le famiglie con figli disabili oltre i 21 anni di età. Un altro aspetto critico riguarda il fatto che, per l’assegno unico, l’Isee viene calcolato su redditi e patrimonio del 2020 per le domande del 2022. A titolo di esempio, nel caso di un figlio che nel corso dell’estate del 2020 abbia avuto una retribuzione lorda complessiva come dipendente superiore ai 4.500 euro, quindi non fiscalmente a carico per quell’anno, non si può presentare domanda di assegno unico e universale per lui nel 2022, anche se nel 2022 non percepirà alcun reddito in quanto studente. Per il sindacato si tratta di storture del sistema che spera possano essere corrette da circolari Inps.